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Engines Engineering nasce nel 1979 quando Alberto Strazzari accetta di realizzare per la Bernardi Mozzi il progetto di un motore ausiliario per biciclette che trasmette il moto alla ruota tramite una ruota dentata di plastica. La prima attrezzatura di lavoro è un tavolo da disegno all’interno dell’officina di famiglia.
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Negli anni ’80 l’ing. Strazzari sviluppa l’applicazione dei materiali plastici composti (vetroresina) nella progettazione di moto e di ciclomotori, innovando un settore in cui la maggior parte delle superfici sono ancora realizzate in lamiera. Si dota di un reparto stampi e inizia a collaborare con i principali produttori di motoveicoli della nascente motorvalley bolognese.
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Alberto Strazzari disegna il Malaguti Fifty Top, primo “tubone” con il raffreddamento a liquido e con una innovativa e compatta sospensione mono ammortizzatore.
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Nel 1984 Engines Enginering si dota di una stazione CAD con software 3D Cimatron ed è la prima azienda in Italia di piccole dimensioni ad utilizzare un software tridimensionale nella progettazione di moto. È un investimento molto importante ma viene incoraggiata e sostenuta da Malaguti in cambio di alcuni nuovi progetti.
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All’inizio degli anni ’90 Engines Engineering realizza altri investimenti in nuove tecnologie e risorse umane: vengono acquistate altre due stazioni CAD, vengono costruiti all’interno della azienda un reparto di modelleria e un reparto di controllo dimensionale completamente attrezzati per essere più veloci e autonomi nello sviluppo dei nuovi progetti
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Nel 1992 viene costituita una joint venture per l’utilizzo di una galleria del vento con il NAMI Institute di Mosca, il prestigioso centro tecnologico automotive statale russo.
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L’accordo prevede anche la collaborazione con tecnici specializzati nel settore automobilistico e nel 1993 Engines Engineering sviluppa un progetto di autovettura elettrica, la Oda, che presenta al Motor Show nel 1993 e con la quale partecipa a competizioni di veicoli alimentati da fonti energetiche alternative agli idrocarburi conseguendo ottimi risultati.
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Engines Engineering progetta il Malaguti Centro, primo scooter al mondo con ruote da 14”. Oggi molti scooter (es: Honda PCX) o veicoli a metà tra la moto e lo scooter prodotti in Asia usano questa misura di pneumatici. Un’altra novità di questo scooter è il serbatoio in plastica nello scudo anteriore e un vano sottosella che è stato per molti anni il più capiente dell’intero mercato mondiale.
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Viene progettato l’F 12 Phantom con pneumatici da 12”: questa misura è diventata uno standard mondiale ormai utilizzata da tutti i costruttori di scooter.
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È il 1995 e la sede viene trasferita nel nuovo stabilimento a Castenaso (BO) dove trovano spazio due nuovi reparti: uno per la costruzione dei prototipi e uno per lo sviluppo del calcolo strutturale (CAE).
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Engines Engineering sviluppa per Malaguti il Crosser, uno scooter fuoristrada, il primo scooter nel mondo con sospensione mono ammortizzatore, tre anni prima del lancio del Suzuki Burgman 650.
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Nel 1998 ancora una volta il marchio Malaguti è in prima linea con Madison 125 e 250 che hanno avuto il Good Design Award dal Museum of Chicago e con il Ciak.
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Nel 1999, con l’entrata in vigore delle prime normative sull’inquinamento, viene realizzato un laboratorio di prova per motori e per veicoli con banchi certificati TUV che includono una apparecchiatura per l’analisi completa dei gas di scarico.
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Contemporaneamente viene costruito un banco per la simulazione delle sollecitazioni sui telai per verificarne la vita a fatica (CAM-DRUM) completando il ciclo di sviluppo che permette di collegare il calcolo alle fasi sperimentali.
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All’inizio del 2000 viene costruita un’altra ala dello stabilimento che supera così i 3000 mq dove si collocano il nuovo reparto stile, la modelleria, i laboratori, e la nuova camera semianecoica.
Engines Engineering costituisce un proprio reparto corse che rappresenta un’ottima occasione per confrontarsi con i produttori di moto e crescere l’esperienza dei giovani ingegneri.
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Nasce il Malaguti Spidermax, il primo maxiscooter con telaio in alluminio, disegnato per avere una struttura leggera e funzionale, nata come base di una piattaforma che poteva essere sviluppata con motori e carrozzerie diverse.
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Nel 2008, prima dell’inizio della crisi di mercato in Europa, Stati Uniti e Giappone, la proprietà cede la maggioranza del capitale al gruppo Indiano Mahindra, già presente nel settore automotive, convinta che la nuova governance rappresenti una garanzia per il futuro dell’azienda.
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Nel 2011 al culmine della crisi dovuta al disastro finanziario mondiale, l’azienda viene nuovamente acquistata dalla precedente proprietà e rilanciata raddoppiando il fatturato in 3 anni, fino a raggiungere i 14 M€ nel 2014.
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Nel 2015 è stato completato l’ampliamento dello stabilimento con l’aggiunta di altri 1000 mq di superficie destinati all’allargamento dell’ufficio tecnico, al nuovo laboratorio per le prove evaporative, al settore prototipi e prove su strada. Con la terza ala di edificio aggiunta alle due precedenti la superficie complessiva occupata dalla sede è di oltre 5.500 mq.
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Gli investimenti in struttura, attrezzature, tecnologie e risorse umane hanno richiesto un continuo adeguamento dei sistemi informativi per garantire la sicurezza dei dati e la gestione delle informazioni. Nel 2016 è stato implementato il nuovo sistema gestionale con l’acquisto di SAP.
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In occasione di EICMA 2017 abbiamo riportato in vita una delle moto simbolo degli anni Ottanta: la Katana 1100. Nata sulla base della GSX-S1000F, la nuova “Suzuki Katana” è realizzata da Engines Engineering da in collaborazione con Rodolfo Frascoli e Motociclismo.